giovedì 20 settembre 2018

il Papa di Siena e il Sacro Ordine di Gesu su RAI Storia www.SocietasJesuChristi.it

il Papa di Siena
e il Sacro Ordine di Gesu su RAI Storia
E' opportuno ricordare le Opere di Papa Pio II Enea Silvio Piccolomini, il Papa della Bellezza e della tutela dei Cristiani dalle invasioni islamiche. Per l'occasione ripubblichiamo alcuni stralci della messa in onda in RAI storia di importanti documenti. In effetti girano su internet dei falsi storici proposti da wikipedia circa la scomparsa del Sacro Ordine di Gesu "Societas Jesu Christi". La verità è che la "Enciclopedia su Internet" neanche era a conoscenza dell'esistenza dell'Ordine, fino a che, nel 2007, gli venne notificata dal Priore in carica, il Prof. Amedeo Recchi Ripani, celebre giornalista giuridico economico, fondatore a Milano dell'Osservatorio sulla Giustizia ("The Observatory of Justice") testata internazionale e nazionale Registrata al Registro Nazionale della Stampa al n° 6894roc. (sotto: una scansione dei vari commenti registrati su wikipedia per il Sacro Ordine). L'Ordine ha sempre resistito agli attacchi, prima dei mussulmani, poi dei revisionisti storici che ne volevano cancellare l'esistenza a favore del secondo Ordine di Gesu, cioè quello fondato molti decenni dopo da Sant'Ignazio di Loyola, ordine a cui appartiene l'attuale Papa Francesco. ... ma, come si usa dire in termini giuridici: "Prior in Tepore Potior in Iure". Il Primo Sacro Ordine di Gesu è stato rinnovato e notificato al Santo Padre San Giovanni Paolo II nel Giubileo del 2000, ricevendone la Benedizione Apostolica.
sopra: i commenti del 2007 di Wikipedia sulla pubblicazione. 


sopra: ultima scansione sui clamorosi FALSI STORICI di Wikipedia che vorrebbe far credere decaduto l'Ordine nel 1479 mentre 91 anni dopo vinceva la celebre Battaglia di Lepanto con l'Unione della Lega Santa fondata da Papa Pio II a Mantova nel 1459

Al di là delle "fake news" di Wikipedia, i risultati giusti si ottengono oggi (ricerche del 27.9.2018) cercando su Google il Sacro Ordine Società di Gesù con la dicitura originale in latino "Societas Jesu Christi" scansioni sotto, Prima Pagina dei risultati

sotto: il Torrione voluto da Papa Pio II a Civitanova Marche per coprire l'eventuale ritirata del Pontefice verso Siena o Roma in caso di attacco del nascente Impero Ottomano a cui aveva "Dichiarato Guerra" con la costituzione della Lega Santa. Il Pontefice conosceva bene questa importantissima e strategica Diocesi che comprendeva la costa e l'entroterra del Fermano Maceratese per aver ricoperto come primo incarico Ecclesiale la posizione di Segretario dell'allora potentissimo Arcivescovo di Fermo Cardinal Capranica (vedi cronologia sotto) membro eminentissimo dello storico Concilio di Basilea

Enea Silvio Piccolomini, Sua Santità Papa Pio II
Vita e cronologia delle opere  

1405 18 ottobre, nascita da Silvio Piccolomini e Vittoria Forteguerri, a Corsignano.

1405-1423 Infanzia e adolescenza di Enea Silvio Piccolomini in Corsignano, borgo rurale in Val d’Orcia a 53 Km a sud-est di Siena.

1424-1428 Studente in Giurisprudenza nello studio di Siena, ospite della famiglia de’ Lolli, zii paterni. E studioso assiduo, geniale; si rivela presto «poeta latino» estemporaneo, non privo di esuberanze giovanili e goliardiche. Restano n.3 elegie non prive di grazia, «ad Cynthiam»; congeniali a Properzio.

1429-1431 A Firenze a scopo di studio, Bologna, Ferrara, Padova e Milano. A Ferrara incontra e stringe amicizia con il medico Benzi Socino, per cui compone un carme latino Nymphilexis, ora perduto. Benzi Socino assisterà Pio II, morente in Ancona il 14 agosto 1464.

1431 Dopo aver studiato alle università di Siena e Firenze, si stabilì a Siena come insegnante, ma nel 1431 accettò il posto di segretario di Domenico Capranica vescovo di Fermo.

sotto: la Cattedrale Duomo di Fermo. Uno dei primi incarichi ecclesiali per il futuro Papa Pio II Enea Silvio Piccolomini fondatore del nostro Sacro Ordine di Gesù fu proprio presso la Diocesi di Fermo, come Segretario di Curia Arcivescovile con il Cardinal Capranica

1431-1432 Ritorno a Siena e partenza per il Concilio di Basilea come segretario del Cardinale Domenico Capranica, la cui nomina a Cardinale non era stata ratificata da papa Eugenio IV.

1433-1434 Di nuovo a Milano e poi a Bologna e a Basilea al servizio del Cardinale Niccolò Albergati, dal titolo di Santa Croce, prelato dei più colti e virtuosi, ossia lodato da Vespasiano da Bisticci nelle sue «Vite degli uomini illustri del secolo XV».

1435 E ancora a Siena, Firenze e Milano con il vescovo Bartolomeo di Novara e al servizio di Filippo Maria Visconti. Viaggio ad Arras con il cardinale Niccolò Albergati e ambasciatore di questo in Scozia, presso il re Giacomo I. Visita parte dell’Inghilterra e Londra. Pace di Arras fra Carlo VII, re di Francia, e Filippo il Buono, duca di Borbogna.

1436 E. S. Piccolomini lascia il servizio del cardinale Albergati e torna a Basilea.

1436-1444 E'segretario molto attivo e abbreviatore, cioè scrittore di lettere e di ordini del giorno, in latino, nel Concilio di Basilea.

1437 Va a Milano e torna subito a Basilea.

1438 Deposizione a Basilea del Papa Eugenio IV.

1439 Elezione dell’Antipapa Felice V, Amedeo VIII duca di Savoia, che aveva abdicato in favore del figlio Luigi (o Ludovico), fin dal 1434 e viveva a Ripàglia sul lago di Ginevra, conducendo una vita quasi da eremita.

1439-1442 E. S. Piccolomini è primo e autorevole segretario dell’Antipapa Felice V. Si reca ambasciatore alla dieta di Francoforte sul Meno, dove Federico d’Asburgo, V duca d’Austria,è coronato III re dei Romani e designato come Imperatore del Sacro Romano e Germanico Impero. E. S. Piccolomini è invitato ad entrare in servizio della sua corte e il 27 luglio 1442 è coronato col lauro poetico dallo stesso Federico III.

1442-1443 E. S. Piccolomini, poeta, lascia Felice V ed entrato al servizio di Federico III, assume un atteggiamento neutrale fra il Papa Eugenio IV e l’Antipapa Felice V.

1444 Entrato nella corte del re de’ Romani Federico III, gode la benevola protezione del primo cancelliere Gaspare Schlick. Per il quale scrive la procace ed elegante novella, fin troppo celebrata e famosa, «De doubus amantibus», storia di un adulterio, un’avventura quasi patetica e sentimentale, ma non tragica. Il racconto, in prosa latina di gaia chiarezza, ricorda molto di Ovidio e Properzio, ma ha come ambiente Siena.

1432-1444 In 12 anni il Piccolomini si è già largamente affermato come poeta versatile ed inverecondo ma fertile ed estemporaneo scrittore di lettere, memoriali e discorsi detti e scritti, di carattere polemico e pubblicistico.

1444 Scrive una commedia di intreccio e ambiente licenzioso «Chrysis», ma subito dopo scrive anche il vivacissimo ritratto della infelicità dei cortigiani, «De curialium miseriis», che segna il primo passo verso la redenzione morale e religiosa da una vita forse alquanto dissipata, per propria e non dissimulata confessione.

1444 E. S. Piccolomini è inviato da Federico III, Signore della città di Trieste, a ricevere dai Triestini il rinnovo del giuramento di fedeltà agli accordi di dedizione e di affidamento al protettorato dei duchi d’Austria.

1444 E. S. Piccolomini è inviato nell’Istria settentrionale a Montona e Pisino per questioni di confine e vie commerciali fra l’Austria e la Repubblica di Venezia. E insidiato dal conte di Waldsee, Signore feudale di Duino e della Carsia. Sfugge a stento la cattura e forse peggio. Notizia della tragica sconfitta di Varna, (10 novembre), in Bulgaria, sul Mar Nero; morte del nobilissimo ed integerrimo Cardinale di Sant’Angelo, Giuliano Cesarini, già presidente e plenipotenziario di papa Eugenio IV alla apertura del Concilio di Basilea nel 1431, dove il Piccolomini poté conoscerlo nel 1432. In quell’eccidio peri anche Wladislao, re legittimo della Polonia ed usurpatore del regno di Ungheria, ai danni di Ladislao Postumo, minorenne e sotto la tutela di Federico III, suo prozio paterno.

1445 Memorabile e rischioso viaggio compiuto da E. S. Piccolomini per incarico di Federico III a Roma presso il Papa Eugenio IV, per dirimere le difficili trattative atte a togliere la neutralità, consentire l’obbedienza a Roma e por fine allo scisma di Basilea cioè del Concilio e di Felice V.

1445 Esito propizio e felice della missione di E. S. Piccolomini a Roma.

1445-1446 Continuano le trattative per abrogare la neutralità dei principi germanici: Giovanni Carvajales, spagnolo, è creato Cardinale di Sant’Angelo; diventa Cardinale anche Tommaso Parentuccelli di Sarzana, col titolo di Santa Susanna; sono entrambi amici e ammiratori di E. S. Piccolomini.

1446 8 febbraio: Il Papa Eugenio IV nomina E. S. Piccolomini segretario pontificio.

1446 1 marzo: data dell’opera «De ortu et Romani auctoritate irnperii».
1446-1447 Nuova ambasceria di E. S. Piccolomini a Francoforte sul Meno. Congresso dei principi per recedere dalla neutralità e offrire l’obbedienza al Papa di Roma. Atti pontifici di moderazione e concessioni ai principi germanici per ottenere l’abbandono della teoria conciliare in favore dell’autorità papale, auspice attivo E. S. Piccolomini, che diventa sud-diacono, pochi giorni dopo diacono. Il 4 marzo 1447 è ordinato sacerdote.

1447 Il 19 aprile è nominato vescovo della diocesi di Trieste; è consacrato il 15 agosto, nel Duomo di Santo Stefano in Vienna, dalle mani del Cardinale di Sant’Angelo, Giovanni Carvajales, del quale resterà sempre amico e confidente, legatissimo da reciproco affetto e da concordia di ideali politici e religiosi.

1447 E. S. Piccolomini vescovo di Trieste. Muore Filippo Maria Visconti duca di Milano (13 agosto). Contesa per la successione fra Alfonso il Magnanimo re di Napoli, Carlo VII di Valois, re di Francia, la Repubblica di Venezia, Federico III, re dei Romani, che invia un’ambasceria di cui è parte E. S. Piccolomini. Gaspare Schlick, cancelliere di Federico III, cade in disgrazia di Federico III fra i cortigiani; con lui sono travolti anche gli amici e i suoi familiari. Se ne addolora assai e si spegne prematuramente di crepacuore. Enea deluso dal fallimento della missione a Milano e coinvolto momentaneamente nella rovina del Cancelliere, suo amico e protettore, si ritira nella sua diocesi di Trieste e qui scrive l’aureo trattato sulla educazione del principe «De liberorum institutione», che dedica quale strenna natalizia per il 1449 al re di Ungheria e di Boemia, Ladislao Postumo, fanciullo di anni dieci, orfano di padre e di madre, e perciò tenuto sotto la tutela molto gelosa del re dei Romani Federico III.

1450 Febbraio: Francesco Sforza occupa Milano, abbattendo la debole e discorde Repubblica Ambrosiana e se ne rende Signore, severo, equanime, umano. E. S. Piccolomini ha un incontro politico e arrendevole con il condottiero vittorioso Francesco Sforza il quale auspica il riconoscimento del ducato, ormai suo, da parte del re Federico III, di cui il Piccolomini è il fiduciario.

1450-1451 E. S. Piccolomini è a Roma per il giubileo ed è poi inviato a Napoli per trattare il matrimonio del re de’ Romani Federico III d’Asburgo con Eleonora, Infanta di Portogallo, sorella del re Alfonso V, e nipote "ex sorore’~ di Alfonso il Magnanimo, re di Napoli.

1450 23 settembre: E. S. Piccolomini riceve la nomina di vescovo di Siena mediante lettera personale di Niccolò V (6 marzo 1447-24 marzo 1455).

1450 10 dicembre: Conclusione delle trattative per il fidanzamento fra Federico III ed Eleonora di Portogallo.

1451 E. S. Piccolomini è inviato in Boemia a proporre accordi e conciliazione con gli Ussiti. Scrive una lettera, che è come una cronaca della sua missione, al suo superiore e intimo amico Giovanni Cavajales, Cardinale di Sant’Angelo.

1451 Ottobre: E. S. Piccolomini è inviato in Italia per agevolare la via al re dei Romani diretto a Roma per l’incoronazione a Imperatore del Sacro Romano e Germanico Impero.

1451-1452 E. S. Piccolomini attende per più di due mesi Eleonora al Porto di Talamone e intanto visita le città e le rovine etrusche in tutta la costa della Maremma con avida ed intelligente curiosità.

1452 Gennaio: Solenne accoglienza di Federico III e del suo seguito a Firenze.

1452 Eleonora però sbarca finalmente a Livorno il 2 febbraio. Il Piccolomini accorre a Pisa per riceverla e poi accompagnarla a Siena. Federico III a Siena vi era già arrivato da Firenze il 7 febbraio 1452. L’incontro dei due sposi promessi avviene il 24 febbraio a Siena, fra la seconda e la terza porta della città all’interno della Porta Camollia, dove esiste tuttora la colonna commemorativa, a destra di chi entra in Siena, a ricordo del grazioso e commovente primo sguardo che i due fidanzati si saranno scambiati. Per la promessa sposa parlò Enea Silvio; si può immaginare con quanta grazia da parte di colui che avrebbe già compreso ante litteram «l’eterno femminino regale». Per lo sposo promesso aveva rivolto prima il saluto di ben venuta il dignitario e interprete colto Enrico Leubin. In quale lingua parlassero i due promessi non è detto nei «Commentarii>’, ma nella lettera del Piccolomini da Neustandt del 27 gennaio 1454 (due anni circa dopo le nozze) è scritto a modo di epilogo ad Alfonso il Magnanimo re di Napoli: «L’imperatore, tuo figlio, e la sua consorte, Eleonora, tua nipote, godono ottima salute e si vogliono veramente bene».

1452 Il 16 marzo: Federico è incoronato a Roma re di Italia e le sue nozze con Eleonora sono celebrate dal Papa Niccolò V, con l’assistenza del vescovo di Siena E. S. Piccolomini.

1452 Festa di San Giuseppe, 19 marzo: Federico è incoronato Imperatore ed Eleonora Imperatrice.

1452 Loro viaggio a Napoli presso lo zio Alfonso il Magnanimo. Ritorno a Roma dove E. S. Piccolomini pronunzia il 25 aprile davanti al Pontefice Niccolò V un ampio ed energico discorso sulla necessità di contenere l’avanzata dei Turchi e di respingere la loro invasione nella Penisola Balcanica: primo impegno per una Crociata.

1452 Viaggio di ritorno in Austria dell’Imperatore e dell’Imperatrice, sempre accompagnati da E. S. Piccolomini, protagonista ed interprete fra molti e nobili dignitari e dame di alto rango.

1452 Ancora in primavera: Viterbo, Siena, Firenze, Bologna; il 18 maggio a Ferrara Borso d’Este chiede di essere creato duca di Modena e Reggio Emilia e conte di Rovigo e Comacchio. L’Imperatore accondiscende su richiesta di Enea, ma pretende un tributo annuale di 4.000 ducati, che in seguito saranno ridotti a 3.000. E.S. Piccolomini tiene un discorso di elogio della Casa d’Este e di Borso e di riconoscenza all’Imperatore. Il discorso è tenuto nella piazza pubblica fra grande folla di cittadini o sudditi; si può pensare in lingua italiana, con il seguito di una traduzione teutonica di Enrico Leubin, almeno per gli ospiti che non avessero inteso l’italiano e tanto meno il latino.

1452 Soggiorno di Federico III a Venezia, e non pare troppo gradito ai veneziani, per la ben nota spilorceria dell’incomodo ospite e le poche simpatie che godeva E. S. Piccolomini presso la Repubblica Veneta come del resto a Milano, in quanto ormai troppo legato tagli interessi dell’Imperatore e delle regioni austriache e teutoniche, al di là delle Alpi!

1452-1453 E. S. Piccolomini è di nuovo in Austria anche come delegato della Santa Sede e partecipa a varie diete e conferenze a Wiener Neustadt e a Vienna. Sostiene col Cardinale Nicola Cusano e con il Cardinale Giovanni Carvajales la necessità della Santa Crociata contro i Turchi. Tanto più dopo la conquista di Costantinopoli, il 29 maggio 1453, da parte di Maometto Il. E. S. Piccolomini si adopera per ottenere la concordia fra gli Stati e le città dell’Europa centrale. Invita in Austria e Germania il Minorita Giovanni da Capestrano a predicare e incitare i popoli e i principi a una spedizione militare bene ordinata allo scopo di contenere e cacciare dai confini dell’Ungheria e dalla Balcania il pericolo dell’invasione dei maomettani.

1453 Il 15 dicembre l’Imperatore concede molti e particolari benefici al Piccolomini con il privilegio dei estenderli ai suoi consanguinei legittimi, naturali o adottivi, cioè egli diventa Conte Palatino e Principe dell’Impero con diritto ereditario per semplice notazione ed adozione testamentaria.

1454 Il 1 giugno è nato il primo figlio a Eleonora di Portogallo, Imperatrice; tutti ne sono felici; Federico l’ha nominato arciduca, (è il primo della serie); è dunque dimostrato che l’Imperatore è un gallo vivace e di buona stirpe (Lettera al cardinale Giovanni Carvajales). Comunque gli imperiali sposi si amavano ed Eleonora ha imparato agevolmente il tedesco; in seguito nell’anno 1459 nacque l’altro arciduca, che fu Massimiliano i ed erede al trono degli Asburgo d’Austria e dell’impero.

1454-1455 Si susseguono, una generata dall’altra! le Diete di Ratisbona e quella di Francoforte sul Meno (1454); la Dieta di Wiener-Neustadt nel febbraio 1455.

Il 9 aprile 1454 si era conclusa in Italia, auspice il papa Niccolò V, la pace di Lodi, anche per lo sgomento e l’apprensione dopo la caduta dell’Impero Greco d’Oriente.

1455 Il 24 marzo muore Niccolò V. Gli succede Callisto III, Borgia. E. S. Piccolomini e Giovanni Hinderbach giungono a Roma per 1’ «obbedienza» al nuovo Pontefice e per continuare l’opera di persuasione alla concordia in vista della Crociata della Cristianità contro i Turchi. E. S. Piccolomini si adopera dopo il 1455 a riordinare la sua diocesi di Siena, a sistemare parenti e consanguinei, a mantenere la pace e la concordia fra Siena, Firenze e il regno di Napoli.

1456 Il 22 luglio è riportata la grande vittoria di Belgrado sui Turchi dall’esercito cristiano guidato dai tre Giovanni: Hunyadi, Capistrano e Cardinale Carvajales, legato pontificio. 1) Giovanni Hunyadi, re d’ungheria, già vaivoda, cioè governatore. 2)Giovanni da Capistrano, Mmorita, predicatore per la Crociata. 3) Giovanni Carvajales, Cardinale di Sant’Angelo, spagnolo, ambasciatore pontificio per l’Austria, la Boemia e l’Ungheria.

1456 Il 17 dicembre E. S. Piccolomini è creato Cardinale da Callisto III; assume il titolo di Santa Sabina; scrive a Martino Mayer, segretario dell’arcivescovo, principe Elettore di Magonza, la lettera-trattato sulla Curia di Roma e la Germania, con i benefici da questa acquisiti grazie alla civiltà latina e cristiana.

1457 Il 23 novembre, muore a Praga il re di Boemia e d’Ungheria, Ladislao Postumo, di anni 17. Gli succede come re di Boemia Giorgio Podjebrad, personaggio temerario ed ambiguo agli occhi del Piccolomini.

1458 E. S. Piccolomini termina nel mese di marzo la storia di Federico III Imperatore e dell’Austria (Historia Friderici Tertii et Austriae). Nel giugno 1458 si reca per la cura della gotta ai Bagni di Viterbo e scrive la Storia del popolo Boemo (Historia Bohaemorum). Dedica l’opera ad Alfonso V, il Magnanimo, che però muore prematuramente senza averla ricevuta, il 27 giugno 1458.

1458 Il Papa Callisto III non ratifica la successione di Ferdinando I come re di Napoli e successore del padre Alfonso V, in quanto aspira a rendere il regno di Napoli un feudo o protettorato dello Stato Pontificio. Muore però nel giorno della Trasfigurazione di Cristo, festa da lui stesso istituita, e cioè il 6 agosto 1458. Conclave aperto il 14 agosto e il 19. E. S. Piccolomini è eletto Papa assumendo il nome augurale di Pio Il.

1458 Propositi di Pio Il:

1) La concordia e la pace fra tutti gli stati cristiani; freno e contenimento alla baldanza di Maometto II.

2) Riforma della Chiesa negli istituti e nei costumi dall’alto in basso e dagli umili ai più alti dignitari, secondo il programma del Cardinale di San Pietro in Vincoli, Nicola Cusano, da lui molto stimato e rispettosamente venerato per la profonda dottrina e la condotta esemplare in ogni momento.

3) Rispetto e conferma della successione, nel regno di Napoli, di re Ferdinando I, figlio naturale di Alfonso V il Magnanimo, che gli era sempre stato amico e benevolo ed era cugino dell’Imperatrice Eleonora.

4) La Crociata contro l’invasione dei Turchi, da attuarsi con ogni mezzo, con prudenza ma senza tentennamenti per la salvezza della Cristianità e della Civiltà Greco-Latina e cioè europea ed occidentale.

1459: Bolla del 13 Gennaio: costituzione del Sacro Ordine "Societas Jesu Christi"

sotto: (RAI Storia) il dipinto nel Duomo di Siena con Papa Pio II nel Porto di Ancona con le Navi del Sacro Ordine Societas Jesu Cristi con la Lega Santa, il programma di difesa della Cristianità avrà l'epilogo con la famosa vittoria della Battaglia di Lepanto ottenuta grazie alla continuazione del progetto di Lega Santa di Papa Pio V nel 1571
1459: Bolla del 19 Gennaio: costituzione del Sacro Ordine "Santa Maria di Betlemme" Cavalieri nominati ex  officio appartenenti al Sacro Ordine Societas Jesu Christi


1459-1460 Dieta di Mantova: 1 giugno 1459 - 18 gennaio 1460 costituzione della Lega Santa con il Sacro Ordine "Società di Gesù" Societas Jesu Christi, con i Cavalieri di Malta, con la Serenissima di Venezia ed altri Principati.

sopra: su RAI Storia del 21.2.2021 il passaggio a Firenze della Coorte del Sacro Ordine Societas Jesu Christi con il Suo Fondatore Papa Pio II diretto a Mantova per la costituzione della Lega Santa nel 1459. "Fotocronaca", Dipinto Rinascimentale voluto dal Magnate Cosimo de' Medici proprio nel 1459 pochi mesi dopo la costituzione dell'Ordine di Gesù (per questo è stato insignito dell'Alto Riconoscimento di Cavaliere di Giustizia). La "cabala" ha voluto peraltro che il Nobile Fiorentino morisse proprio lo stesso mese dello stesso anno di morte del Pontefice: Agosto 1464. La Storica Dr.ssa Isabella Insolvibile ha commentato la raffigurazione per la RAI

E' una strana coincidenza la vicinanza di pochi giorni delle due morti, quella del più grande Banchiere nel Mondo allora conosciuto Cosimo de' Medici “il Vecchio”, fondatore della celeberrima Nobile Dinastia, e il Papa Enea Silvio Piccolomini che era già in Ancona (vedi sopra “fotocronaca” Dipinto nella Libreria del Duomo di Siena su RAI Storia ) in attesa di vedere arrivare le imbarcazioni da Venezia per organizzare la Lega Santa in quella che poi fu chiamata e ricordata con la più importante vittoria dei Cristiani sull'Impero Ottomano creato da Maometto II. Se il Nobile Banchiere avesse finanziato la Lega Santa di sicuro ci sarebbero stati risultati più ravvicinati rispetto al 1571 (data dell'epilogo di Lepanto) rispetto all'Agosto del 1464 (mese della morte dei due personaggi). E' “storicamente lecito” quindi chiedersi se la morte improvvisa di Cosimo de' Medici sia stata una “morte naturale” o come raccontato nel film/DocuFiction di RAI Uno, sia stato avvelenato dal suo stretto e fedele collaboratore / Direttore della sua Banca … magari per evitare una colossale fuoriuscita di danaro per pagare le imbarcazioni di Venezia e venendo meno al trattato di Lodi del 1454, ponendo i Gonzaga di Mantova, sede della creazione della Lega Santa 1459/1460 al centro del successo politico/strategico del Sacro Ordine di Gesù www.SocietasJesuChristi.it e del Papa di Siena


1460 A Siena il 10 luglio Pio II pubblica la lettera latina a Maometto Il, nella quale lo esortava alla conversione, alla pace concordata ed a perpetua e fedele alleanza. 

1459-1462 Ricostruzione e rinnovamento altamente artistico di Corsignano, chiamato poi dall’agosto 1462, dal nome del novello fondatore, Pienza. Patrona della città è Santa Maria Assunta in Cielo, alla quale il Piccolomini fu sempre particolarmente devoto.

1461 Il 29 giugno, Caterina da Siena è proclamata Santa. Bolla di canonizzazione e panegirico di Pio Il dettati e detti in latino ed inoltre una ghirlanda di tre inni in versi saffici minori in onore della Santa scritti dallo stesso Pio Il per essere cantati nell’Ordinario del divino ufficio per la festa commemorativa annuale, il 10 maggio.

1460-1463 Guerra e alterne vicende nel reame di Napoli fra Argioini e Aragonesi. Larghi aiuti di Pio II a Ferdinando I, da cui sperava difesa e presidio per lo Stato Pontificio e presenza efficiente nella Crociata, che meditava grandiosa ed imminente e che sarebbe durata almeno tre anni.

1463 La Crociata è decisa. Pio II, scrive un compendio delle «Historiae Biondi Flavii» e porta a termine l’opera «Asiae et Euro pae iocorum descriptio», opere già iniziate nelle villeggiature operose di Tivoli nei mesi estivi del 1461 e del 1462.

1463 Il 31 dicembre fine del XII libro dei Commentarii.
1464 Preparativi non adeguati per la Crociata. Cronaca di essi nel breve e frammentario libro XIII dei Commentarii. Ultimi mesi della vita di Pio II: soggiorno a Siena e ai Bagni di Petriolo con la disperata speranza di riacquistare vigore e salute. Ritorna a Roma, parte per Ancona il 18 giugno, vi arriva il 18 luglio dopo aver attraversato le Marche nelle valli del Chienti e del Potenza, toccando città come San Severino Marche, Civitanova Marche, Porto Recanati, Loreto e Osimo. Angosciato e triste ma con l’animo fermo e costante.

Nunc animis opus, Aenea, nunc pectore firmo (Virgilio, Eneide, 1. VI, v. 261). (l'Opera di contrasto contro l'invasione islamica è stata poi completata da S. Pio V con la famosa Battaglia di Lepanto ).

Attesa delle navi di Venezia e di quelle di Genova, Pisa e pontificie guidate dal Cardinale Niccolò Forteguerrì, capo designato per la Crociata che riteneva dovesse durare almeno tre anni. Pio Il stanco e affaticato, deluso, ma consapevole di aver fatto con tutte le sue energie quanto era in suo potere e nella sua volontà indomita, esala l’ultimo respiro alle ore 21 nella notte fra il 14 e il 15 agosto 1464. Era la vigilia della festa di Maria Assunta in Cielo, di cui era particolarmente devoto ed in onore della quale aveva innalzato la nobile e luminosa Cattedrale di Pienza. Restano ancora pur sempre, del tempo di Pio II, ricordi e monumenti a Siena, Pienza, Roma, Ancona, Civitanova Marche (il torrione nella foto sopra) e Trieste, le bolle o lettere apostoliche per la fondazione delle Università degli Studi a Basilea, sul Reno, in Svizzera, a Ingolstadt, sul Danubio, in Baviera, a Nantes, nella Loira, in Bretagna. Ma la sua vita e la sua opera si illuminano e si dispiegano nella gloria della sua arte di scrittore latino eminente fra i più geniali, acuti e veritieri, che è la sua lode perenne, imperitura e senza tramonto.

Amedeo Recchi Ripani, Gran Priore del Sacro Ordine Societas Jesu Christi, chiede formalmente a tutte le Autorità Ecclesiali il processo di beatificazione e il riconoscimento della Santità di Pio II.

domenica 2 settembre 2018

Societas Jesu Christi: ECCO LE DONNE di GESU

Societas Jesu Christi: ECCO LE DONNE di GESU
3 settembre 2018, dal Vaticano.  L'attualità ci presenta alcuni titoli sui giornali assai discutibili e fuorvianti sulla eventuale inclinazione omosessuale della Chiesa di Gesu Cristo. Titoli come quello de "La Verità" di giovedì scorso 30.8.18 circa "il Gay Pride della Chiesa" stride con il dettato dei cronisti del Vangelo. Gesù non è mai stato un misogino né ha mai avuto comportamenti che potessero lasciar presagire alcuna ipotesi di apertura all'omosessualità. Di più: Gesù non ha mai "riformato" l'antico Testamento circa lo sterminio degli "effeminati" ad opera di Dio, anzi, rincara la dose": ad un certo punto infatti dice chiaramente "... sarà fatto (per i peccatori) peggio di Sodoma e Gomorra"!! Il Fondatore del Cristianesimo lasciava che le donne che lo AMAVANO lo seguissero e lo accudissero materialmente e spiritualmente. Questo FATTO chiaro e STORICO è documentato ampiamente nelle Sacre Scritture. Il suo "cronista" e documentarista storico San Luca descrive che erano MOLTE le DONNE che lo seguivano, facendo peraltro anche dei nomi: "Maria, detta la Maddalena, dalla quale fece uscire sette demoni; Giovanna, moglie di Cusa, Procuratore di Erode; Susanna e MOLTE ALTRE" (evitando di elencare tutti i nomi e le posizioni sociali come farebbe oggi un buon cronista/giornalista per sintesi). E poi aggiunge: "(donne) che lo ASSISTEVANO COLLE LORO SOSTANZE" (chi vuol intendere intenda). Quindi, come possiamo leggere, senza ombra di dubbio, le donne che amavano Gesu non erano solo le peccatrici convertite ma anche donne di alto ruolo sociale ed economico, come ad esempio la moglie del Procuratore di Erode. Nella fotocopertina di questo servizio: Claudia Koll al momento della nomina a Dama del Sacro Ordine Societas Jesu Christi, una vera Donna di Gesu; sotto: il titolo del giornale fuorviante. Articolo redatto e firmato dal Priore del Sacro Ordine di Gesu "Societas Jesu Christi", Prof. Amedeo Recchi Ripani.

www.SocietasJesuChristi.it
sotto: altre immagini del servizio
"Le Donne di Gesù" (Società di Gesù)
Maria Giovanna Recchi Ripani: la prima Dama del Sacro Ordine Societas Jesu Christi dopo la notifica del rinnovamento al Santo Padre San Giovanni Paolo II nel Giubileo del 2000

www.SocietasJesuChristi.it

mercoledì 8 agosto 2018

Societas Jesu Christi: CRISTIANI, NON FATE PROSELITISMO ALL'ISLAM!

Societas Jesu Christi: CRISTIANI, NON FATE PROSELITISMO ALL'ISLAM!
Ci sono troppi "buonisti" sedicenti cristiani che vorrebbero allargare la Chiesa all'Islam attraverso un vero e proprio proselitismo a favore della mafia che si occupa di tratta degli esseri umani, una tratta composta nella stragrande maggioranza da mussulmani molti dei quali radicalizzati o fondamentalisti. Un comportamento assurdo, quello del "falso buonismo" adottato da alcuni "commentatori cattocomunisti", molti articoli infatti si trovano nella stampa di sinistra. A questi "opinionisti" purtroppo si devono aggiungere anche alcuni alti prelati che travisano la famosa frase di Gesu: "Ero straniero e mi avete accolto". Il vero senso di questa celebre frase lo capirebbe anche un bambino, non solo un esperto di esegesi teologica!! La frase era rivolta a se stesso, cioè dovete accogliere il Fondatore del Cristianesimo, quindi i cristiani. Non gli Islamici. Di più: il Fondatore del Cristianesimo (rivolgendosi ai suoi Apostoli e a chi lo seguiva) ha ribadito che un prete, o un cristiano più in generale, "Non può servire Due Padroni" pertanto un Vescovo, un Cardinale o un Papa, ma anche un semplice responsabile di una Parrocchia, non può servire il Cristianesimo e L'Islam. Così come in una moschea vanno i mussulmani, in una Chiesa devono essere "serviti" i Cristiani ... non si può fare confusione su queste cose basilari ed ELEMENTARI, altrimenti la Chiesa sarà sempre più destinata a diventare una MINORANZA INDIFENDIBILE, come purtoppo già lo sta diventando in molte, anzi troppe, parti del mondo, dove i nostri FRATELLI cristiani sono uccisi o subiscono violenze di ogni tipo da parte dei fondamentalisti islamici. Il NOSTRO PONTEFICE Papa Pio II che ha istituito il nostro Sacro Ordine Societas Jesu Christi ha anche fondato la celebre Lega Santa durante la "Dieta di Mantova" (un vero e proprio "Summit G7" di quel tempo durato molti mesi a cavallo tra il 1459 e il 1460) per contrastare le invasioni islamiche nel nostro Paese da parte del nascente impero Ottomano di Maometto II che aveva da poco conquistato Costantinopoli. La Chiesa non può dimenticare questo grande Papa che ha difeso la sopravvivenza della nostra fede religiosa, anzi dovrebbe seguirne le indicazioni date (scriveva "in futura memoria") per garantire la sopravvivenza dei Cristiani in Italia, in medio oriente e nel mondo. (in fotocopertina: il Principe Gran Priore reggente del Sacro Ordine Societas Jesu Christi, Prof. Amedeo Recchi Ripani, in carica dall'anno giubilare del 2000 con "Voti Espressi ed accolti" da Sua Santità San Giovanni Paolo II in forma "confessionale" scritta: atto Timbrato dalla Segreteria di Stato del Vaticano nel 17.11.2000 )